Avere avuto l’opportunità di aprire uno sportello di orientamento al lavoro e alla formazione, Capo-Lavoro, attraverso i fondi ricevuti dall’8×1000 della Chiesa Valdese, ci ha permesso di poter sperimentare l’utilità di questo tipo di servizi all’interno di contesti socio-economici svantaggiati, come il quartiere Capo di Palermo, come strumento di attivazione e di sviluppo della persona.
Ha inoltre rafforzato la collaborazione tra due realtà che lavorano in ambito sociale attive a livello territoriale, NaKa e Bond of Union: lo sportello ha avuto infatti luogo presso i locali della coop.soc., in Vicolo degli Orfani.
Se la situazione occupazionale in Italia è già complicata per i laureati è ancora più difficile riuscire a trasmettere fiducia nel proprio futuro lavorativo a chi non ha competenze specifiche né titoli di studio oltre la licenza media e/o superiore. Nonostante la complessità della sfida due operatrici del settore socio-educativo hanno deciso di mettersi alla prova e di fornire un nuovo servizio alle persone che abitano questo territorio. Da qui nasce l’esperienza dello sportello di orientamento al lavoro e alla formazione Capo-Lavoro che si integra con il lavoro di promozione sociale e territoriale che numerose associazioni portano avanti nel quartiere Capo-Monte di Pietà.
L’esperienza realizzata negli scorsi mesi ha evidenziato alcuni aspetti di cui tener conto:
− la necessità di spazi di ascolto e condivisione in cui poter far emergere le proprie difficoltà e provare a trovare soluzioni insieme agli altri;
− la consapevolezza che per poter migliorare le proprie condizioni di vita è necessario attivarsi come persone e prendere in mano il proprio percorso di vita;
− l’importanza di scoprire le proprie predisposizioni e talenti in modo da poter scegliere il futuro che più ci avvicina alla nostra idea di persona.
Lo sportello è stato in particolare frequentato da giovani mamme, ragazzi e giovani adulti che per la prima volta si sono confrontati con la presa in carico del proprio futuro. Il lavoro da fare è tanto e sicuramente un territorio come il Capo necessita di tempi più lunghi del crono-programma stabilito dal progetto ma le premesse sono buone e i primi riscontri hanno sicuramente motivato le operatrici ad andare avanti e rendere questo servizio parte integrante del proprio lavoro nel quartiere.
Nei prossimi mesi l’attenzione sarà sempre più dedicata alle categorie più fragili del nostro territorio ovvero i giovani genitori e i ragazzi e ragazze che progettano il proprio percorso formativo e professionale. La comunità educante del quartiere Capo formata da istituti scolastici, l’Università, associazioni del terzo settore e servizi territoriali comunali collaborerà all’iniziativa e darà supporto al percorso intrapreso, garantendo collaborazione e proposte di soluzioni pratiche per poter migliorare la vita delle persone che vivono il nostro quartiere.