Palermo – Puck: andata e ritorno

Prenotare i biglietti, preparare i bagagli e gli itinerari per non perdersi… 

Ricominciare a viaggiare dopo due anni e tornare a svolgere un training dal vivo: è stata una grande emozione.

L’opportunità è arrivata grazie al progetto Erasmus+ Visual Facilitation, una mobilità specifica per Youth Worker, svoltasi a Puck una ridente cittadina situata sulle coste meridionali del mar Baltico, nel nord-ovest della Polonia.

Per 7 giorni – dal 15 al 21 Marzo 2022-, la sottoscritta, Giuliana Pampillonia e Vanessa Sienkiewicz abbiamo rappresentato NaKa – partner del progetto – all’interno di un mix di Paesi europei: Italia, Spagna, Portogallo, Svezia, Lettonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Germania, ospitati dell’associazione Fundacja Autokreacja, con sede a Varsavia.

La call del progetto recitava “ Se proprio in questo momento stai pensando di non essere in grado di poter disegnare, non aver paura! Questo progetto è quello che fa per te. In quanto educatori, siamo convinti che ognuno di noi sia creativo (anche se questa creatività è nascosta in profondità da qualche parte) e che chiunque sia in grado di disegnare”.

Ed effettivamente i contenuti delle giornate hanno mantenuto la promessa: giorno dopo giorno, abbiamo analizzato e praticato vari approcci creativi relativi al disegno e al littering: dai segni grafici elementari, fondamentali poiché costituiscono la base da cui partire quando vogliamo realizzare una qualunque rappresentazione grafica, allo sviluppo grafiche adatte ad esprimere già solo con lo stile o le dimensioni, un dato messaggio.

Dal momento che uno degli obiettivi del progetto è stato esplorare il linguaggio visuale per applicarlo come metodologia di facilitazione nelle attività di non-formal education, oltre alle sessioni durante le quali ci siamo divertiti a trovare la nostra personale vena espressivo-creativa, gli ultimi due giorni ci siamo immersi in un altro grandissimo mezzo espressivo-comunicativo: la fotografia. Abbiamo acquisito alcune nozioni base rispetto alla prospettiva e alla composizione, abbiamo sperimentato vari set, approfittando dell’ottimo clima per esplorare gli angoli più nascosti e dimenticati di Puck.

Durante questa fase abbiamo messo da parte le parole, considerate lo strumento privilegiato per comunicare e abbiamo lasciato emergere i nostri pensieri e le nostre emozioni trasformandole in immagine, in grafica e in tutto ciò che è visuale.

Le attività all’esterno e la lunga permanenza nella cittadina ci hanno dato la possibilità di entrare in contatto con la cultura locale e polacca in generale.

Mi riferisco ad una delle attività di team building che abbiamo svolto il primo giorno: una caccia al tesoro culturale. Una domanda prevedeva scoprire a cosa si riferisse il termine Kasciubi. E così, tra un’indicazione e l’altra abbiamo scoperto che a Puck è presente una piccola comunità di una  popolazione con questo nome: una minoranza etnica e linguistica che vive nel Voivodato della Pomerania, una delle sedici regioni in cui è divisa la Polonia, la cui città capoluogo è Danzica (Gdańsk); discendenti da un antico popolo slavo che si pensa si sia insediato in questi luoghi intorno al VII sec. ( anche se la prima testimonianza scritta della loro presenza risale al XIII sec.) nei secoli sono stati dominati dai germani, dai polacchi, dagli svedesi, che li hanno considerati agricoltori e pescatori o hanno tentato di assimilarne la cultura o di forzarli ad andarsene.

E’ difficile fare delle stime precise su quanti kasciubi o loro discendenti vivono oggi in Polonia: nel censimento del 2002, 5.100 persone si sono dichiarate di appartenenza Kasciuba mentre 51.000 persone hanno identificato il Kasciubo come loro lingua madre.

Fino a poco tempo fa tra i linguisti era diffusa la convinzione che si trattasse semplicemente di un dialetto polacco ma nel 2003 gli è stato riconosciuto lo status di lingua, seppure minoritaria. Due anni dopo,il Kasciubo veniva riconosciuto dallo stato polacco come lingua ufficiale e da allora può essere utilizzato dagli organi amministrativi accanto al polacco.

Per non farci mancare niente, nel giorno di pausa abbiamo anche fatto un salto nella penisola di Hel per godere di un pò di natura e la sera nella millenaria Danzica con l’imponente fiume Motława che attraversa la città, le sue case colorate e un’architettura che varia tra stile gotico, rinascimentale, manierista e barocco. Da lasciare senza fiato.

At last but not least un ringraziamento particolare va alle trainer Aleksandra Arasiewicz, Kas Kololsky e Kasia Luczak che hanno dimostrato professionalità, grande apertura e costante attenzione ai bisogni di ognuno dei partecipanti.

E’ stato un gran piacere poter far parte di questo grande gruppo e ancora una volta “ sharing is caring”.

A presto!

Tutti hanno diritto alle stesse opportunità di apprendimento.

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